Categoria: faccialibro
Gli improbabili appuntamenti di Annabelle Bronstein #2 – Il commesso attore
Il Pisello Odoroso is back!
AB
Ciliegie
Spoiler: Il prossimo post è una mattonata sulle palle.
Europride 2011!!!
Dunque dunque. Come ogni anno, dopo il Pride si tirano le somme. E quest’anno le somme sono incredibili. Una parata sicuramente coinvolgente, tantissime persone. Le cifre ufficiali parlano di cinquecento mila persone durante la parata, imponente con quaranta carri. Ma quello che più mi ha colpito, è stata sicuramente la risposta delle persone. Quelle che stanno ai bordi delle strade, quelle che ti guardano. Quest’anno erano tutte sorridenti, curiose. Non che gli anni passati ci lanciavano gatti morti. Però si avvertiva uno spirito diverso. Mi è sembrato che per la prima volta ci fosse voglia di cambiare. E questo forse è sicuramente tutto dovuto al nostro carissimo nano. Che si sa, i nani sono malvagi.
La voglia di cambiamento l’ho letta negli sguardi delle persone lungo i marciapiedi, negli applausi delle signore alle finestre, negli occhi sognanti e stupiti dei bambini da quell’improvvisa festa nelle strade. Sono sempre dell’idea che per segnare dei grandi passi verso il cambiamento deve partire dalla collettività, e un po’ quella voglia io l’ho avvertita. Perché io sono ancora uno di quelli convinto che le cose possono migliorare e andare per il meglio. Ma il gay pride non è solo questo. E’anche una manica di omosessuali semi nudi che sculettano in massa per strada. E tra questi, ovviamente c’è sempre qualcuno che attira la mia attenzione. E come ogni pride, io decreto il migliore a cui ho dedicato una straordinaria gallery su faccialibro.
Lo so, sono una cretina quando faccio queste cose, ma chi se ne fotte no? Altro punto su cui vanno spese due parole è sicuramente la presenza di Lady GaGa. Adesso io sono di parte in qualche modo, perché la seguo e mi piace a prescindere, però ecco va detto che il discorso che ha fatto è stato sicuramente intenso e partecipato, che mi è piaciuto in diversi punti perché ha parlato di amore. Ed è questo l’aspetto che in definitiva dovrebbe entrare nelle teste di tutti. Poi che sia stato comodo invitare lei, questo non lo metto in dubbio, ma basta fare un rapido giro sui siti d’informazione internazionali per capire quanto risonante sia stato il suo intervento. E poi bè, Lady GaGa che ti suona al piano è sempre un piacere. No?
Altro dettaglio che non mi è particolarmente piaciuto è sicuramente la scelta di tenere il palco vuoto fino al suo arrivo. Perché non far salire prima tutti gli esponenti delle associazioni? Invece che lasciar spazio alla musica e alle drag? Insomma perché non intavolare prima dibattiti e argomentazioni varie invece che farci morire di noia? E poi? Il macello dei pass ospiti? Alcuni, i più fortunati sotto il palco, e il resto nell’area appena dopo a farsi rodere il culo? Perché questi dettagli non erano stati concordati prima? Fa subito la Praitano a scusarsi, ma perché è successo? Forse poco importerà, perché alla fine tutti sono soddisfatti. Per l’evento, per come è stato gestito e per Lady GaGa. Che in soldoni ha portato un milione di persone al Circo Massimo.
Per me è stato il solito bel momento di espressione gaia. E poi, mi fa paura ammetterlo, ma sono estremamente felice in questi giorni. Nonostante io odi festeggiare il compleanno, quest’anno è stato diverso, e soprattutto strano. Ho conosciuto tanti amici che seguo su twitter, e mi ha fatto tanto piacere, e poi forse qualcosa è davvero cambiato. Per la prima volta ad un mio sorriso dall’altra parte c’era un sorriso. E sembrerò una poveretta, una sentimentale, o persino Margherita la zozzona, ma a me ha fatto molto piacere. Anche se è solo un momento, che non porta niente, e che vista la situazione non credo possa diventare altro, ma a volte si sta un po’ più tranquilli anche così. E poi io ho fiducia nel tempo…
Concludo ringraziando le mie amiche, come sempre. Upclose e Guy con cui ho percorso la parata, Ga, Ciù Ciù, Giuseppe, Tata, Chicco, Ale, la Burina. E tutti quelli di twitter, Andrea e Luca, Riky e anche Gaudo e i suoi simpatici amici. E’ stato un bel pride, che mi rimarrà in testa per un bel po’. E adesso per piacere smuovete quel culo e andate a votare, tutti!!! OKKKKKKKKKKKKKKKKKKKK????????????????????????????????????????????????EH!
Imperdibile!
Ne sentivate il bisogno? Sentivate davvero il bisogno che le cialtrone più temute del web vi commentassero in diretta la finalona del Grande Fratello? Ci avete sfidato… Per cui questa sera dalle 21 circa collegatevi qui, oppure su Popslut, ed entrate nella nostra web radio. Oltre alla sottoscritta, a Popslut, ovviamente, e guytaNOOO (noto twitterer capitolino, e mio amico – Guy per tutti voi altri che leggete questo blog!!!) succosi e deliranti ospiti vi attendo tra un nero e l’altro. Ma che fate ancora vi state ponendo il dubbio???
Buon fottuto compleanno a me!
Tutto quello che so di me, è ciò che non voglio essere. Tutto il resto, lo scopro poco a poco e lo condivido con chi mi pare. Su queste pagine, virtuali, di cose ne ho condivise. Inizialmente creare Annabelle Bronstein mi aveva aiutato a rendermi conto che forse non ero così pazzo, e che forse anche altre persone avevano avuto le mie stesse esperienze. Poi, man mano che il tempo passa ti accorgi inesorabilmente, che forse, quel mondo scintillante e pieno di glitter di cui vuoi far parte in realtà è una sola. Lo scintillio dura poco, e che soprattutto poco ci devi fare. Io ho sempre pensato che a me non sarebbe potuto accadere. Quando poi invece è successo per davvero. Be, sbam. Prendi e porta a casa. In silenzio. Perché il silenzio ridà dignità alle cose.
Credo che una piccola evoluzione in due anni l’ho avuta. La mission di questo blog era ridere su le cose che mi capitavano, sugli amici, sui modi di dire e di essere. Insomma prendere la pillola amara con un sorrisetto ironico. Perché l’ironia aiuta. Nel tempo, i miei post, sono diminuiti perché la vita, nonostante uno voglia essere positivo, ti mette davanti anche cose su cui viene difficile fare ironia. Io mi dico sempre che le situazioni sono sempre le stesse, ma che siamo noi a cambiare. Siamo noi che facciamo tesoro del passato e le viviamo in maniera differente. Ogni cosa che ci accade ci segna, e ci cambia. Inesorabilmente.
Le mie necessità sono cambiate. Sono diverse rispetto a quelle che avevo due anni fa. Adesso ho ben chiaro quali sono le cose di cui ho bisogno, e devo ammettere che, nonostante ne abbia passate tante, e sia dovuto passare sopra a tante cose, sono ancora qui. E non ho affatto intenzione di andarmene. E proprio per questo volevo dire a tutti voi che mi seguite, pochi ma buoni, che ho deciso di aprire a questo blog anche post meno pop di quelli che avevo previsto. Annabelle sarebbe dovuta essere sempre allegra, e sempre divertente, perché lei è la parte più irriverente, ciaciona, caciarone e stupidella di me. Ma se sei Annabelle puoi dire tutto.
Il tempo passa, e volendo o meno, maturiamo. Le rughe, l’età, le nuove e diverse responsabilità ci formano. Ci sorprendono. Siamo migliori? Con tutto il bello e il brutto di noi stessi, diventiamo sempre più consapevoli. E io credo di avere raggiunto una certa consapevolezza. Per questo anche Annabelle, come me, deve per forza evolvere. Che sia chiaro, le movenze pop, i post sgrammaticati, i drammi, i valalalasss, i ragazzi carini e quelle cialtrone delle mie amiche ci saranno sempre. Solo con più consapevolezza. Se pensate di aver letto tutto, siete fuori strada. Non avete idea di quello che vi aspetta. E forse neanche io.
E comunque, tanti fottutissimi auguri di compleanno a me!
Seguimi: faccialibro, twitter, youtube, tumblr.
Come cominciare bene l’anno. Il metrosexual
E’ da un po’ che convivo con l’aspettativa del nuovo anno. Negli ultimi giorni della fine dell’anno passiamo giornate intere a tirar somme e a fare buoni propositi. E questo trovo che sia diventato un passatempo troppo deleterio. Per cui preferisco, farmi solo un buon proposito per questo 2011, ovvero non fare buoni propositi. D’altronde mentre voi eravate chissà dove a far baldoria con chissà chi, io ero su una tazza del cesso a liberare il mio intestino. E’ pure sempre stato un anno di merda del 2010, per cui mi sembrava che avesse una certa coerenza tutto sommato. Ma nel 2011 le cose sembrano avere pressoché lo stesso ordine. Cambio poco una data ecco.
I rapporti si assomigliano tutti. Sembra tutto preconfezionato, prêt à vivre, seguendo schemi uguali e ripetitivi. La voglia di condividere ci ha talmente fottuto le membra che anche i sentimenti sembrano seguire il trend faccialibriano del “Mi Piace”. Che diciamocele, riduce tutto troppo ai minimi termini. Così se a dicembre del 2010 avevo avuto un primo appuntamento interessante, il seguito è che nel 2011 non ci sarà un secondo appuntamento. E questo non per colpa, che sia chiaro. Lui molto carino e simpatico, poco più piccolo di me, ha saputo come smuovere il mio interesse. Cosa che non accadeva da troppo tempo. E io credo di avergli dimostrato la voglia di andare oltre.
L’ho cercato tanto, mi sono fatto sentire, mi sono interessato. Ho provato più volte a concordare un secondo appuntamento. Ma questo si è rivelato tutto inutile. Ogni volta lui, puntuale come un orologio aveva ben altro da fare. E diciamocelo che non mi ha mai considerato oltre al ciao. Per cui ho deciso di lasciarlo indietro nel 2010. Ma nel 2010, ed esattamente alla vigilia di Natale ci avevo lasciato anche il giovane collega. Arrivato durante il periodo festivo dove lavoro io per sostituire i colleghi in ferie sono rimasto subito folgorato dalla sua presenza. Non molto alto, barbetta e capello corto e una voce calda ed eccitante mi hanno convinto che lui poteva essere la mia nuova fissa.
Ho così cominciato, giorno dopo giorno, a cercare di capire quale lato del mondo preferisse. Non mi dava l’impressione di essere gay. Ma neanche il contrario. Mentre lavoravamo insieme però capivo ben poco. Impegnati in lavori simili ma differenti non potevo stargli sempre appiccicato. E il fatto che non fossimo soli complicava le cose. Così, vagamente qua e là durante le giornate cercavo di trovare dettagli convincenti. Di li a poco avrei scoperto che odiava il clero e il Vaticano a tal punto da buttarci una bomba dentro, odiava il matrimonio e per nulla al mondo avrebbe detto un si davanti a un’altare e terzo e molto convincente dettaglio il suo faccialibro.
Perché se un gay sotto mentite spoglie può dire una bugia, il suo faccialibro non te la dirà mai. Scoperto il suo nome fittizio inutilizzato nella parallela esistenza mi sono trovato con ben dieci amici in comune. Dieci. E tutti vagamente omosessuali. Ma la cosa più strana era che con Annabelle Bronstein gli amici in comune erano addirittura ventisei. E tutti con le chiappe chiacchieratissime. Eppure io quel ragazzo non lo avevo visto mai da nessuna parte. Mai in nessun contesto palesemente gaio. I conti non tornavano. Affatto. Arrivata la partenza per la mia terra natia, avevo archiviato tutte le mie speranze, e il suddetto fascicolo con un piccolo tarlo. E se fosse solo un metrosexual?
Tornato a Roma, e rivisto i miei confidenti in una serata scambiamociiregali da Tata loro, descritta la situazione, hanno sentenziato. Era gay. C’erano tutti i presupposti perché fosse della famiglia. Ma io non avevo ancora la certezza. Il giorno seguente, prendo il telefono e chiamo a lavoro con la banalissima scusa di non ricordare il giorno esatto della fine delle ferie. E la chiamata l’ha presa proprio lui. E la sua risposta è stata ancora più shoccante. “Guarda che tu ricominci a lavorare il 7!”. Ma insomma, come poteva ricordarselo? Insomma, io me lo sarei ricordato solo se ne fossi stato davvero interessato. Così, preso da un momento di assoluta euforia ho chiuso la chiamata annunciandogli che sarei passato a fare un salutino.
Appena arrivato davanti a una tazza di caffè ero ancora fermamente convinto di avere una vaga speranza. “Oggi sei proprio distratto, ti scordi in giro di tutto… Ma che hai?” tuona la mia collega entrando e uscendo quasi subito dalla cucina. Rimasti soli io rincaro la dose “Ma che stai a combinà oggi? Io ti faccio pubblicità e tu dormi?”. La sua risposta è stata molto sorprendente e devastante allo stesso tempo. “E’ che oggi sono emozionato. Forse perché ci sei tu”. E mi guarda sorridendo vago. Io divento in un attimo rosso. MMMmmm. No c’è seriamente qualcosa che non va. Ma ci sta provando? Pensa il mio piccolo neurone solitario. Chiudo la conversazione e decido di fuggire di là in un nano secondo.
Eppure ce l’aveva quasi fatta. Anche Guy, noto per il suo cinismo e la sua consapevolezza aveva dichiarato che secondo lui il giovanotto era uno che ci stava. E anche su twitter, molti di voi erano d’accordo. Ma io ero ancora indeciso se fare o meno l’agognato passo. Mi dicevo che però qualcosa non mi convinceva. Non capivo cosa, ma c’era qualcosa che non mi tornava. E se avessi avuto più certezze credi che a questo punto già me l’ero bello che spupazzato. Ma il dramma, come ben sapete, è sempre dietro l’angolo. E infatti attendeva che i suoi occhi, incontrassero quelli della donna dello showbiz (una mia collega) per avere la totale realtà di questo dubbio amletico.
Nel giro di un pomeriggio lui si è invaghito di lei. E questo sotto gli occhi inesperti del sottoscritto. Non che io mi sia strappato i capelli. Affatto. Però una puntina di rodimento di culo lo avuta e come. Insomma tutta questa manfrina appassionata sul tirar fuori argomentazioni palesemente omosessuali e uscite atte a far intendere chissà cosa, per quale cavolo di motivo le aveva fatte? Così, per gioco. A me è venuto anche il dubbio che le abbia fatte per pura vanità. Insomma i metrosexual hanno questo brutto vizio. Riescono a fartela credere, e con molta facilità pure, perché hanno tutte le caratteristiche di checche a cui piace, però, la vagina. Naturalmente.
Ma non mi sconcerta che non mi abbia cacato minimamente, perché andiamo, ci può stare, la cosa eclatante è che lui me l’abbia fatta credere. E mi abbia intortato. E non solo. La donna dello showbiz mi ha anche confermato che lui le aveva detto che secondo il suo modestissimo parere io ero gay. Ma va? Buongiorno. Ma allora se lo avevi pure capito che senso aveva farmelo odorare? Non lo so. Non lo comprendo. Non capirò mai cosa spinge un ragazzo etero a fare movimenti simili. Io resto dell’idea che forse sono etero e non lo so, perché il mondo gay è complicato e troppo interrogativo per i miei gusti.
Così tra pensieri e atti di pure stalking mi sono ritrovato a pensare che effettivamente se lui era stato povero di contenuti, anche io non ero stato da meno. Anche io con la mia smania di sapere avevo oltrepassato il segno. E mi ero totalmente e completamente messo a fare il suo stesso gioco, senza conoscere le regole. La necessità di essere considerato da qualcuno ha fatto passare tutto il resto in secondo piano. Primo errore Annabelle. Errore troppo da 2010 mia cara Annabelle. E prima lezione assimilata. Diffidare sempre da chi ti da l’impressione che ti si vuole scopare e non ti chiede almeno il numero. Quelli che ti si vogliono fare, il numero, te lo chiedono sempre. Sempre.
N.B. Mi preme dire grazie a tutti per i 29.000 contatti. Lo so è poco rispetto ai numeri di tanti altri blog, ma a me sono sufficienti per essere stracontento. E poi gli altri che ne vogliono sapere di movenze pop e valalalasss vari. Ehhhhhhhhhhhh? ❤
A settembre…
Una calda serata, e poi, il Signor Bollore! Eccolo qua!
