Rip Annabelle. Rip.

Le parole fanno male. I ricordi ancora di più. Il silenzio che ve lo dico a fare. In ogni modo non ne esco. E forse non ne uscirò mai. E’ rimasta una cicatrice, profonda e indelebile altezza cuore. Ricordare i giorni che sono stati non è affatto di aiuto. Il silenzio infinito, ed io non ho proprio più parole. E si ritorna lì, alle parole, che come lame appuntite trafiggono e non mi danno scampo.

Ero indeciso oggi sul da farsi. Il mio cuore vira verso nord, ma il corpo è fermo, esanime qui, a Roma. Dove tutto è iniziato e tutto, inevitabilmente è finito. Purtroppo niente è di conforto, e se oramai non piango più perché gli occhi sono spenti, non ho neanche più parole per raccontarmi. Sono sempre le stesse, in circolo, che si ripetono e si rincorrono senza suscitare interesse in nessuno di quelli che erano soliti leggermi, e soprattutto, senza aiutarmi più.

Forse la migliore cosa è sparire, per un po’. Lasciare quanto scritto a chi vorrà ancora leggerlo, rimanere in disparte ed occuparmi di qualcos’altro. A ricercare il sorriso che ho perso per sempre. E nessuno che se ne interessi. Nessuno che muova un dito per me. Perché quando ci sono io a non avere le forze di andare avanti, a perdere la speranza, a non riuscire a trovare più le motivazioni è noto che tutti si fanno indietro e pensano a cose più importanti. Non proprio tutti, per fortuna.

E due domande me le devo porre per forza. Non avrei mai voluto, ma probabilmente Annabelle è morta. Non oggi, ma esattamente tre mesi fa. Non è un caso però che oggi lo ammetto. Ci sono giorni in cui vorrei andare oltre e riprendermi, ma appena mi distraggo un po’ e sento di stare meglio mi ritorna tutto indietro più vivo e forte di prima. Mi ritorna in mente che non posso più condividere il mio sorriso con chi più di caro ho avuto. Perché non vuole.

E ne pago costantemente le conseguenze. Sono giorni che cerco le parole per questo post, poi sono arrivate in pochi secondi di getto, come accade sempre quando devo scrivere qualcosa. Le parole arrivano  ed escono da sole, senza controllo. Non c’è più speranza, ne serenità. E’ tutto nero e il dolore si affievolisce per poi ripalesarsi di nuovo più forte di prima.

Ho imparato sempre a mie spese, oggi più che mai. Una lezione che non dimenticherò mai, è che quando le cose non sono destinate ad essere non vale la pena neanche più provarci. Abbozzare, parlarne, chiarirsi. Tutto inutile. A niente è servito fidarsi. A niente è servito compiere errori. Non è servito niente di niente, fino al punto che ho lasciato perdere. C’è chi mi dice di prendere un treno e andare a trovarlo per parlargli ancora.

Non lo farò. Non tanto perché non ne sono capace. Sono certo però che non sarei capace a gestire le conseguenze, e sicuramente il mio gesto verrebbe visto in maniera sbagliata. Mi affido al destino, che quando ha voluto ci ha fatti incontrare. Ma non ci spero più di tanto. In fondo se non hanno voluto capirmi quelli che mi conoscono da anni, perché dovrebbe capirmi lui, che tutto sommato non ha neanche tutti i torti.

Nei prossimi giorni disattiverò anche i social. E’ assurdo come le cose possano cambiare. E’ bastato un anno a scombussolare tutto di me, e a non lasciare più niente di ciò che ero. Le cose cambiano, ed io sono cambiato. Annabelle è morta, Fabrizio annaspa.

wtf

Spero possiate capire. Per quanto ci sia ancora da capire. Prima o poi tornerò…

NB La canzone è di Levante, e potete sempre scaricare Abbi Cura di Te cliccando qui. ❤

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