Happy fucking Birthdays!

Oggi è un giorno molto speciale. Oggi il Signore compie 22 anni. E sto parlando di Marcello Signore. Marcello Signore è un giovane che fa parte della crew di Gay.tv. Lo so non ha senso dire crew. Ma adoro il suono della parola crew. Comunque questo non c’entra molto. Diciamo che è un po’ che penso di fare un post su di lui. Perché? Prima di tutto perché mi fa collassare dal ridere con la sua Pausa Pranzo. Poi perché, ecco… Come dire… Bè ecco. E’ bono da morì. E poi cosa non da meno assomiglia terribilmente a James Franco. Il post che volevo fare volevo chiamarlo “Voglio sposare Marcello Signore”. Ma poi mi sono ricordato che effettivamente noi non ci possiamo sposare. E anzi. Probabilmente oggi giorno abbiamo meno diritti di quelli che pensiamo di avere.


Ma qui sfondiamo una porta aperta. Io penso sempre se il mondo fosse al contrario. Ovvero se tutti fossero gay, e quindi gli etero sarebbero al nostro posto. Come sarebbe il mondo? Non lo so. Io penso che sarebbe migliore di quello che è oggi. E lo credo davvero. E perdonatemi la battuta probabilmente ci sarebbe molto meno cattivo gusto. E forse tutto quello che accade oggi non accadrebbe più. Ma non mi voglio dilungare. Non voglio fare demagogia. Perché non so neanche che vuol dire e poi perchè è molto difficile affrontare argomenti così seriosi per questo blog. Non perché io non ne sia capace. No. Forse oggi è il caso di far vedere anche quanto i gay siano normali.

Perché la gente crede tutti andiamo girando con i tacchi e le parrucche fucsia. A tal punto da giustificare un settantenne che va con le ragazzine. Ok, in alcune occasioni, alcuni di noi mettono i tacchi e anche le parrucche fucsia. Ma non tutti. Ecco perché ho attaccato sta pippa in questo post. Perché Marcello Signore rappresenta un gay intelligente, spiritoso, preparato, umile. E bono. E questo forse il messaggio che dobbiamo far passare. Noi siamo tutti uguali. Uguali agli etero. Per cui tanti auguri Marcello, di cuore. Le stesse identiche parole le possiamo applicare a un mio caro amico. E alla sua creatura. Che oggi compie tre anni. Auguri anche a te Popslut! E mille di questi frappuccini. A tutti e due! E adesso gustatevi un paio di foto del Signore. Auguri!





Il Circolo, Il Pop Idol e nuove declinazioni pop!

Sono giorni che non scrivo. Stavo pensando seriamente di abbandonare questo mio ruolo, che nell’ultimo periodo mi stava diventando un pò troppo stretto. Troppe le persone che sembrano non gradire Annabelle Bronstein, troppe che voglio sapere chi sono e vogliono darmene di santa ragione. Anche se di Santa cè nè una sola. Anyway, Ami Winehouse, questa settimana dedicata tutta al mio trasloco, ho avuto qualche ritaglio di vita gay, nel quale mi sono presentata sotto mentite spoglie alla riunione di We Have A Dream per capire comè che si organizzavano ed anche per esprimere la mia. Ma non ne ho avuto tanto modo a essere sinceri. E poi ieri sera, forze causa maggiore non sono riuscito a partecipare alla serata a Monte Citorio.

Però sono riuscito ad andare al Circolo degli Artisti. Serata di ritorni e nuove fiamme. Appena arrivato con la Burina, il Signor Wilson, l’Infermiere Veterinario, Ga & Ciù Ciù ci siamo diretti seduta stante al bar dove ci è stata servita benzina pura. Poco dopo un sorriso mi si è stampato sulla faccia, a mò di Joker. Nelle mie vene scorrevano milioni di particelle eccitanti ed alcoliche, e i miei ferormoni si sono svegliati dal torpore dell’ultimo periodo, regalandomi sensazioni devastanti su tutte le diverse forme di vita sul torello andante che mi passavano vicino. Al punto quasi di dover mettermi a pisciare nell’aiuole del giardino. Quasi, però. E così mentre me la sfilavo con quella benzina tra le mani, sono quasi colto da un infarto acuto del miocardo. La Polpetta erà lì. Era lì. Era con i suoi amici, che rideva e scherzava con i suoi amici con una ritrovata forma fisica. Vabbè, ingoiato il rospo di non poter raggiungerlo baciarlo e spupazzarmelo tutto, ho deciso di far finta di niente. E di bere. Molto.

Così poco dopo mi sono ritrovato in mezzo ad una delirante discussione in cui un mio amico faceva finta che lo sconosciuto seduto vicino a lui era il suo coinquilino nuovo e lui asseriva e rispondeva come se fosse vero. Ovviamente, quasi subito io mi sono invaghito di lui. Ma vi dirò di più, lo avevo già notato al Village e spulciando tra i facebook dei miei amici me l’ero trovato in diverse foto. E avevo pensato. Fico. E così parlando scopro che non solo è fico, ma è simpaticissimo e arguto e condivide come me una passione per TUTTA la musica, soprattutto quella pop.

Così inaspettatamente colto da quella inaspettata primavera in anticipo e da tutti quei risveglio psicomotori dalla cintola in giù, mi sono ritrovato a chiedergli il suo nome e cognome per un esclusivo contatto preferianzale. E così lui mi ha degnato di comunicarmi il suo nome e cognome. Quasi irrorato da coca-cola e non più da sangue, e colto dall’irrefrenabile voglia di deliziare tutti con delle movenze dannatamente pop, mi sono sentito stoppato sul nascere della mia improvvisa voglia di ceppa dalla Burina, che richiamato all’ordine, ha irrevocabilmente deciso di tornare a casa. Abbandonata la semi conquista, ho saltato tutti e sono fuggito nella notte romana. Direzione cornettaro in Via delle Cave dove ci siamo abbuffati per benino.


La serata è finita così, ma volete sapere l’orrore della mattina? Mi sveglio e corro diretto verso faccialibro, per scoprire che quel nome e quel cognome assieme non davano nessun profilo trovato. Nessun contatto. Nessun diretto preferenziale. Ancora una volta, preso in giro, impacchettato e infioccato. Ma prima di essere un cadeux di compleanno io sono Annabelle Bronstein, e le vie di Annabelle Bronstein, oltre ad essere affollatissime sono infinite (senza il “to”) e riuscirò a trovare sulla rete il Pop Idol e a farlo mio. Tutti avvertiti, questa è guerra, adesso.