Popslut Night 2.0!!!

E’ tempo di Popslut Night! Oramai tutti ne parlano e non potevo esimermi anche io. Visto che sarò presente proprio lì con Popslut e L.A. Rouge a sculettarmela con le mie movenze dannatamente pop. Volevo ricordarvi l’appuntamento di sabato 1 ottobre con la Puttan Pop Night Evolved. Basta cliccare qui per mettervi in lista (ancora per poco) e trovare tutte le info sulla serata.

Per quel che mi riguarda sono in Abruzzo in esilio per un pò, a riflettere e scrivere. Ma non vi preoccupate, i drammi sono sempre dietro l’angolo, proprio come me. Sto per tornare alla grande.

E voi siete pronti???

VMA’s LIve in web radio!!!


E’ tutto pronto! Tra poco in web radio gli Mtv Video Music Awards con il commento di Popslut e il sottoscritto. Basta premere play, dalle 2.30 circa ;)))


Europride 2011!!!

Dunque dunque. Come ogni anno, dopo il Pride si tirano le somme. E quest’anno le somme sono incredibili. Una parata sicuramente coinvolgente, tantissime persone. Le cifre ufficiali parlano di cinquecento mila persone durante la parata, imponente con quaranta carri. Ma quello che più mi ha colpito, è stata sicuramente la risposta delle persone. Quelle che stanno ai bordi delle strade, quelle che ti guardano. Quest’anno erano tutte sorridenti, curiose. Non che gli anni passati ci lanciavano gatti morti. Però si avvertiva uno spirito diverso. Mi è sembrato che per la prima volta ci fosse voglia di cambiare. E questo forse è sicuramente tutto dovuto al nostro carissimo nano. Che si sa, i nani sono malvagi.

La voglia di cambiamento l’ho letta negli sguardi delle persone lungo i marciapiedi, negli applausi delle signore alle finestre, negli occhi sognanti e stupiti dei bambini da quell’improvvisa festa nelle strade. Sono sempre dell’idea che per segnare dei grandi passi verso il cambiamento deve partire dalla collettività, e un po’ quella voglia io l’ho avvertita. Perché io sono ancora uno di quelli convinto che le cose possono migliorare e andare per il meglio. Ma il gay pride non è solo questo. E’anche una manica di omosessuali semi nudi che sculettano in massa per strada. E tra questi, ovviamente c’è sempre qualcuno che attira la mia attenzione. E come ogni pride, io decreto il migliore a cui ho dedicato una straordinaria gallery su faccialibro.

Lo so, sono una cretina quando faccio queste cose, ma chi se ne fotte no? Altro punto su cui vanno spese due parole è sicuramente la presenza di Lady GaGa. Adesso io sono di parte in qualche modo, perché la seguo e mi piace a prescindere, però ecco va detto che il discorso che ha fatto è stato sicuramente intenso e partecipato, che mi è piaciuto in diversi punti perché ha parlato di amore. Ed è questo l’aspetto che in definitiva dovrebbe entrare nelle teste di tutti. Poi che sia stato comodo invitare lei, questo non lo metto in dubbio, ma basta fare un rapido giro sui siti d’informazione internazionali per capire quanto risonante sia stato il suo intervento. E poi bè, Lady GaGa che ti suona al piano è sempre un piacere. No?


Altro dettaglio che non mi è particolarmente piaciuto è sicuramente la scelta di tenere il palco vuoto fino al suo arrivo. Perché non far salire prima tutti gli esponenti delle associazioni? Invece che lasciar spazio alla musica e alle drag? Insomma perché non intavolare prima dibattiti e argomentazioni varie invece che farci morire di noia? E poi? Il macello dei pass ospiti? Alcuni, i più fortunati sotto il palco, e il resto nell’area appena dopo a farsi rodere il culo? Perché questi dettagli non erano stati concordati prima? Fa subito la Praitano a scusarsi, ma perché è successo? Forse poco importerà, perché alla fine tutti sono soddisfatti. Per l’evento, per come è stato gestito e per Lady GaGa. Che in soldoni ha portato un milione di persone al Circo Massimo.

Per me è stato il solito bel momento di espressione gaia. E poi, mi fa paura ammetterlo, ma sono estremamente felice in questi giorni. Nonostante io odi festeggiare il compleanno, quest’anno è stato diverso, e soprattutto strano. Ho conosciuto tanti amici che seguo su twitter, e mi ha fatto tanto piacere, e poi forse qualcosa è davvero cambiato. Per la prima volta ad un mio sorriso dall’altra parte c’era un sorriso. E sembrerò una poveretta, una sentimentale, o persino Margherita la zozzona, ma a me ha fatto molto piacere. Anche se è solo un momento, che non porta niente, e che vista la situazione non credo possa diventare altro, ma a volte si sta un po’ più tranquilli anche così. E poi io ho fiducia nel tempo…

Concludo ringraziando le mie amiche, come sempre. Upclose e Guy con cui ho percorso la parata, Ga, Ciù Ciù, Giuseppe, Tata, Chicco, Ale, la Burina. E tutti quelli di twitter, Andrea e Luca, Riky e anche Gaudo e i suoi simpatici amici. E’ stato un bel pride, che mi rimarrà in testa per un bel po’. E adesso per piacere smuovete quel culo e andate a votare, tutti!!! OKKKKKKKKKKKKKKKKKKKK????????????????????????????????????????????????EH!

Alcune piccole riflessioni sul Pride che verrà.

Parliamoci chiaramente. Questo Euro Pride sta assumendo i connotati di una roba davvero grande, alla quale solitamente noi tutti non siamo molto abituati. Insomma bisogna sicuramente dare merito all’organizzazione che è riuscita a smuovere un così grande personaggio, ma inesorabilmente nella mia testolina si insinuano dei dubbi:
1. Siamo sicuri che tutto il discorso parata non venga meno con un nome così altisonante? Voglio dire, questo è pure sempre il gay pride, ovvero scendere per strade per far vedere a tutti gli altri che ci siamo anche noi. Per far in modo che i diritti civili della comunità glbt siano finalmente presi in considerazione, e che finalmente si prende in considerazione anche l’approvazione della legge contro l’omofobia. Bisognerebbe partire da questo. Siamo sicuri che non si snaturi tutto con Lady GaGa?

2. In quanti realmente parteciperanno alla parata? Quanti di voi saranno realmente presenti per tutto il tragitto? Perchè già sento tantissime persone che si stanno organizzando per andare a prendere il posto sotto il palco a Circo Massimo. Il pride lo facciamo per la strada. Anche a Circo Massimo, ma soprattutto per strada! No?

3. Sono felice che ci sia GaGa. Insomma più volte si è messa in primo piano nel difendere i diritti dei gay, per cui non si poteva scegliere rappresentante minore. Ma questa non è una scelta troppo furbetta, volendo? Insomma la casa discografica ci va in guazzetto, l’organizzazione pure, e i little monsters neanche a dirlo. Servirà una personalità così in primo piano a far aprire gli occhi a più gente possibile? Sicuramente tutta la stampa, nazionale ed estera riprenderà la notizia, ma poi a chi sta al potere interesserà tutto ciò?
E voi che cosa ne pensate? Perdonatemi, anche se sarà in mezzo a tutta quella gente a godermela. Ecco!

Ebbene tutto è pronto! Dalle 23.30 till the world ends, questa sera al Rubik in Via di Libetta 13, sarà Popslut! Preparatevi, perchè ci saranno movenzepop e limoni ininterrotte! E per tutte le info ufficiali, comunque vi rimando qui. A stasera!

Popslut Goes To Disco!

Il dado è tratto signori. Finalmente quello che si vociferava da tempo, a breve sarà realtà. Badate bene, questa non è solo una semplice marchetta, ma un vero e proprio sogno che diventa realtà. Dopo due teaser stravisti sul web, finalmente ci sono notizie certe. Il blog più cool e pazzesco del web finalmente diventa una serata, ed arriverà per sconvolgere la capitale. In questo clima di serate piatte, e noioserrime, finalmente una fresca novità. La Popslut Night! Per motivi di riservatezza non posso svelarvi altro, ma vi allego i due teaser, e vi invito a rimanere con le orecchie dritte perché a breve ci saranno nuovi succosi dettagli. Tutto quello che avremmo voluto in una serata, ci sarà. E sarà tutto dannatamente pop! E vedete di esserci. Tutti. Vi voglio vedere shekerare le chiappe a suon di musica. E voglio anche le vostre fottute movenze dannatamente pop. Oohhhkkkkeeeyyyyyy?

E voi, siete pronti?

Buon fottuto compleanno a me!

Tutto quello che so di me, è ciò che non voglio essere. Tutto il resto, lo scopro poco a poco e lo condivido con chi mi pare. Su queste pagine, virtuali, di cose ne ho condivise. Inizialmente creare Annabelle Bronstein mi aveva aiutato a rendermi conto che forse non ero così pazzo, e che forse anche altre persone avevano avuto le mie stesse esperienze. Poi, man mano che il tempo passa ti accorgi inesorabilmente, che forse, quel mondo scintillante e pieno di glitter di cui vuoi far parte in realtà è una sola. Lo scintillio dura poco, e che soprattutto poco ci devi fare. Io ho sempre pensato che a me non sarebbe potuto accadere. Quando poi invece è successo per davvero. Be, sbam. Prendi e porta a casa. In silenzio. Perché il silenzio ridà dignità alle cose.

Credo che una piccola evoluzione in due anni l’ho avuta. La mission di questo blog era ridere su le cose che mi capitavano, sugli amici, sui modi di dire e di essere. Insomma prendere la pillola amara con un sorrisetto ironico. Perché l’ironia aiuta. Nel tempo, i miei post, sono diminuiti perché la vita, nonostante uno voglia essere positivo, ti mette davanti anche cose su cui viene difficile fare ironia. Io mi dico sempre che le situazioni sono sempre le stesse, ma che siamo noi a cambiare. Siamo noi che facciamo tesoro del passato e le viviamo in maniera differente. Ogni cosa che ci accade ci segna, e ci cambia. Inesorabilmente.

Le mie necessità sono cambiate. Sono diverse rispetto a quelle che avevo due anni fa. Adesso ho ben chiaro quali sono le cose di cui ho bisogno, e devo ammettere che, nonostante ne abbia passate tante, e sia dovuto passare sopra a tante cose, sono ancora qui. E non ho affatto intenzione di andarmene. E proprio per questo volevo dire a tutti voi che mi seguite, pochi ma buoni, che ho deciso di aprire a questo blog anche post meno pop di quelli che avevo previsto. Annabelle sarebbe dovuta essere sempre allegra, e sempre divertente, perché lei è la parte più irriverente, ciaciona, caciarone e stupidella di me. Ma se sei Annabelle puoi dire tutto.

Il tempo passa, e volendo o meno, maturiamo. Le rughe, l’età, le nuove e diverse responsabilità ci formano. Ci sorprendono. Siamo migliori? Con tutto il bello e il brutto di noi stessi, diventiamo sempre più consapevoli. E io credo di avere raggiunto una certa consapevolezza. Per questo anche Annabelle, come me, deve per forza evolvere. Che sia chiaro, le movenze pop, i post sgrammaticati, i drammi, i valalalasss, i ragazzi carini e quelle cialtrone delle mie amiche ci saranno sempre. Solo con più consapevolezza. Se pensate di aver letto tutto, siete fuori strada. Non avete idea di quello che vi aspetta. E forse neanche io.

E comunque, tanti fottutissimi auguri di compleanno a me!

Seguimi: faccialibro, twitter, youtube, tumblr.

Fanculo 2010.

Ci siamo. Il 2010 sta finalmente andandosene a fare in culo. E io sono estremamente felice di ciò. Insomma che anno è stato questo? Ho dovuto combattere con gente più squilibrata del solito, e anche di me. Ho dovuto combattere con la voglia di lavorare che va sempre di più scemando vista la poca soddisfazione. Anche se mi hanno promosso. E che promozione. Ma il callo, rimane sempre e comunque la mancanza di un uomo accanto. Tranquilli. Adesso non starò a menar le balle con la solita vecchia storia. Ho capito che forse non voglio ancora nessuno che mi stia tra i piedi. Intendiamoci, la voglia di vivere un amore c’è. Ma forse non sono ancora pronto.


Andiamo. Siamo obiettivi. Tra il divertimento nella giungla delle relazioni e una relazione da giungla voi cosa scegliereste? Forse il tempo non è ancora arrivato. Forse non sono propriamente maturo così come io credo di essere. Tanti i forse che potrei porre alla vostra attenzione. Ma ho deciso di non farlo. Ho deciso che non voglio fare come sempre, ovvero fare il resoconto dell’anno appena trascorso. Me lo voglio solo lasciare dietro alle spalle, e far finta che non ci sia mai stato. Quest’anno mi sono riappropriato di me stesso totalmente. Mi sono tolto tante soddisfazioni, e l’ho fatto soprattutto per me stesso. E l’ho capito in questa ultima settimana che ho passato a casa con i miei.


E’ sempre traumatico tornare a Chieti per più di tre giorni. Le domande dei miei diventano insistenti, e mi consola solo stare un po’ con i miei nonni. La noia qui vince su tutto, tranne che per Jules e gli altri. Quelli con cui posso essere me stesso al cento per cento. Mi era quasi venuta voglia di fare coming out. Ma poi ci ho ripensato, ed ho capito che non sono affatto pronto ad affrontare una cosa del genere. Non adesso. Non avrebbe poi molto senso. Vivo in realtà a 200 km da qui, e non ho un ragazzo che mi dai la sicurezza per farlo. I miei amici potrebbero, ma forse ho ancora troppa paura.



Non voglio neanche fare buoni propositi per l’anno che arriva. Ho maturato la certezza che i buoni propositi riescono solo a farmi deprimere un po’ di più se poi non si realizzano. Ho deciso però delle priorità, che in questo nuovo anno diventeranno assolute. E per non deludere neanche voi che mi leggete non ve le dirò. Poco a poco però le scopriremo insieme. In questi giorni ho capito che forse devo cambiare. Un pochino, sia chiaro. Voglio emanciparmi. Per il bene mio, e di chi mi sta attorno. Voglio fare progetti concreti e realizzarli. Insomma voglio vivere in maniera differente. Ed essere più positivo.



Felice di aver attizzato soltanto il fuoco del caminetto in questi ultimi giorni di quest’anno faticoso e bizzarro più del previsto, vi invio i miei più sinceri auguri. A tutti. Amici, nemici, ragazzi carini che mi hanno fatto battere il cuore, e quelli più stronzi che me lo hanno stretto quasi a farmi male. Alle persone che non sopporto. E a coloro che non mi sopportano. A tutti quelli che almeno una volta hanno incrociato il mio sguardo, e non mi hanno capito. E a tutti quelli che invece ci provano almeno due minuti. Noi siamo il risultato delle persone che conosciamo. Perché chiunque ci lascia qualcosa.


E questa sera, mentre le ore volgeranno alla mezza, chiudete gli occhi e cercate dentro voi stessi almeno un buon motivo per essere felici. Io lo farò. E lo farò per i prossimi 365 giorni. Questo è l’unico modo, secondo me, per fare in modo che le cose vadano meglio. E poi, domani, nel 2011 ricordatevi che un’altra sfigata orrenda peggio di voi si apre quando può su uno dei blog più pazzeschi che ci sono. Quindi auguri, auguri!!! Ah, dimenticavo, la foto in alto non è messa lì a casa. Devo uscire tra dieci minuti, e sono esattamente nelle sue medesime condizioni. Solo con un variopinto pigiama. Giusttappunto.


P.s. Visto che è il primo capodanno in tre anno che non sono a Roma, devo mandare un abbraccione alle mie amiche. Loro festeggeranno in quel della Tuscolana. Ma ciò nonostante, le sento tutte vicine e strette a me. Vi lovvo.

AB

Happy fucking Birthdays!

Oggi è un giorno molto speciale. Oggi il Signore compie 22 anni. E sto parlando di Marcello Signore. Marcello Signore è un giovane che fa parte della crew di Gay.tv. Lo so non ha senso dire crew. Ma adoro il suono della parola crew. Comunque questo non c’entra molto. Diciamo che è un po’ che penso di fare un post su di lui. Perché? Prima di tutto perché mi fa collassare dal ridere con la sua Pausa Pranzo. Poi perché, ecco… Come dire… Bè ecco. E’ bono da morì. E poi cosa non da meno assomiglia terribilmente a James Franco. Il post che volevo fare volevo chiamarlo “Voglio sposare Marcello Signore”. Ma poi mi sono ricordato che effettivamente noi non ci possiamo sposare. E anzi. Probabilmente oggi giorno abbiamo meno diritti di quelli che pensiamo di avere.


Ma qui sfondiamo una porta aperta. Io penso sempre se il mondo fosse al contrario. Ovvero se tutti fossero gay, e quindi gli etero sarebbero al nostro posto. Come sarebbe il mondo? Non lo so. Io penso che sarebbe migliore di quello che è oggi. E lo credo davvero. E perdonatemi la battuta probabilmente ci sarebbe molto meno cattivo gusto. E forse tutto quello che accade oggi non accadrebbe più. Ma non mi voglio dilungare. Non voglio fare demagogia. Perché non so neanche che vuol dire e poi perchè è molto difficile affrontare argomenti così seriosi per questo blog. Non perché io non ne sia capace. No. Forse oggi è il caso di far vedere anche quanto i gay siano normali.

Perché la gente crede tutti andiamo girando con i tacchi e le parrucche fucsia. A tal punto da giustificare un settantenne che va con le ragazzine. Ok, in alcune occasioni, alcuni di noi mettono i tacchi e anche le parrucche fucsia. Ma non tutti. Ecco perché ho attaccato sta pippa in questo post. Perché Marcello Signore rappresenta un gay intelligente, spiritoso, preparato, umile. E bono. E questo forse il messaggio che dobbiamo far passare. Noi siamo tutti uguali. Uguali agli etero. Per cui tanti auguri Marcello, di cuore. Le stesse identiche parole le possiamo applicare a un mio caro amico. E alla sua creatura. Che oggi compie tre anni. Auguri anche a te Popslut! E mille di questi frappuccini. A tutti e due! E adesso gustatevi un paio di foto del Signore. Auguri!





Dolcetto o poracciaggine???

Avete presente questo spigolo? E’ lo spigolo del mio letto Ikea. Troppo basso e troppo in mezzo ai piedi per non sbatterci gli spizzelli ogni giorno. Quasi ogni giorno. Perché ci sono giorni in cui lo spigolo lo vorrei prendere a testate. Giorni in cui non riesco a dare una sequenza logica ai miei pensieri. Giorni in cui mi sono chiesto realmente quali siano le mie necessità. E sono sicuro, che in qualche modo, finalmente io le abbia chiarite. A me stesso, ad Annabelle Bronstein e a chi di solito mi ascolta delirare. Ma il delirio è solo una costante che accompagna le mie giornate. Che si palesa nel momento in cui io, non riesco a comprendere davvero perché alcune persone siano così dannatamente irreali.


Andiamo per ordine. Ho finalmente capito che il Signor Bollore ha un amante. Un amante troppo figo per competervi. Questo non vuol dire che io non mi senta figo. Affatto. Io sono molto figo per quel che mi riguarda. Ma ahimè non sono un Mister Gay Italia, e non ho alcuna fascia che mi cinge il petto. Non ho neanche un muscolo tonico. Ma questo non fa di me un mister qualcosa. Di tonico e allenato spero sempre di avere il cervello. E forse è proprio grazie a questo cervello che ho capito come stavano le cose. E’ servito un altro venerdì sera al Mucca per capirlo. Era palese davanti ai miei occhi, e a quelli di tutta la sala commerciale. Ma non dispero. Forse ho dato ancora una volta importanza a chi non se lo merita.


Però complimenti, fanno proprio una bella coppia. Per fortuna che sono una persona sportiva. Nell’animo. Perché nonostante i miei buoni proposito la mia dieta non decolla. Anzi. Proprio non la sto facendo. E’ forse questo è un altro motivo per cui io non mi voglio bene. Un altro dettaglio degli ultimi venti giorni riguarda il coetaneo assente dei Castelli. Dopo le sue ultime sole avevo deciso di non sentirlo più. Poi però mi sono lasciato convincere dalla Barbara D’Urso che è in me è gli ho dato un’altra possibilità. Abbiamo ripreso a sentirci al telefono. A scambiarci messaggi. Anche questa volta io gli stavo credendo. Ero lì quasi quasi per affezionarmi alla sua voce. Alle sue battute. Alla sua intelligenza.


Ma il lupo perde il pelo. E infatti il vizio di solare era lì, dietro l’angolo, come i drammi. Così siamo passati da un aperitivo che non si è più fatto. Un film, che non abbiamo mai visto. E una cena che nessuno ha mai cucinato. Quando si prevedeva la quarta sola, ho deciso di darci io un taglio, con un sms. Lo so, non si fa. Ma non mi si danno neanche 18457 sole in una settimana. Ed eccolo solo per voi, dopo un giorno di latitanza da parte sua: “Mi avrebbe fatto piacere sentirti e vederti. Ovviamente non è accaduto. E non voglio sapere neanche perché. Volevo dirtelo però”. Secondo voi mi ha risposto? Ovvio che no. Silenzio. E il silenzio di solito è più eloquente e chiaro di ogni altro bel discorso. Però, ve lo dico, lo apprezzato. Molto molto.


E poi veniamo al sesso. Questo mese ho fatto tanto sesso. Ho visto tante persone. Ho rimorchiato molto su Grindr. Su Gayromeo e anche su Bear. Alla grandissima. Avrò visto almeno cinque persone. Tutti e cinque carini. Che si sono descritti come attivi o versatili. E che appena arrivati, bè, erano evidentemente molto più passivi di me. Questo va benissimo, perché praticamente questo mese io sono diventato attivo. Almeno mia madre sarà soddisfatta di questo. Ma tra i tanti incontri deludenti, uno e solo uno è stato esaltante. Il Prof. quello della troppia si è preso un caffè con me. O meglio caffè sta per facciamoci una scopata. Io ovviamente non ho detto di no.


Grazie al cielo, anche la Troppia è finita. Dopo due mesi si sono accorti che non era una cosa tanto fattibile. Ah però. Una buona notizia finalmente. Diciamo che non me ne poteva fregar di meno. Perché ecco con Il Prof. è sempre molto bello fare solo una cosa. Lui ci sa fare probabilmente solo in quello. Ma vabbè cavalla golosa e soddisfatta ad Halloween, la festa di mostri, quindi la mia festa, sono andato al Muccassassina. Adesso io farò in modo che qualcuno del Mucca legga questo post. Perché vorrei fargli delle domande e porre delle questioni che a mio avviso sono molto importanti.


Capisco bene che c’è un Europride da organizzare e ci vogliono li pippi. Ma perché al Mucca devono entrare gli etero? Perché chi ha una fottuta tessera del Mario Mieli deve fare un’oceanica fila di un’ora e mezza al limite della sopravvivenza e vedersi passare davanti una marea di etero arapatissimi, una marea di frociarole parioline, e una marea di trans? Tutti poi che ci passano davanti. Che passano davanti ai tesserati. Questo è sempre stato un mistero per me. E poi perché fa riempire un locale all’inverosimile? Sono tutti quesiti che mi pongo, e che hanno solo una fottutissima risposta. Soldi. Money. Pippi. Dindi. Manderò una mail alla Praitano. Sono curioso, di sentire la sua risposta, se mai ci sarà.


Per il resto, finalmente ad Halloween la sala del secondo piano del Mucca ci ha regalato delle soddisfazioni. La musica era finalmente godibile e ballabile con annesse movenze dannatamente pop che hanno commosso tutti i presenti. Insomma finalmente eravamo tutti: io, Ga, Guy, Ciù Ciù e marito e Mauri. Eravamo del mood giusto. Ma appena arrivato sul quel dancefloor. Appena ho iniziato a scatenarmi, io ho fiutato la Sua presenza. Non ci avevo pensato minimamente che poteva esserci anche lui. Lo avevo talmente dimenticato, che in maniera del tutto sorprendente si era palesato. Sto parlando della Polpetta.


Che per noi, d’ora in poi sarà l’Innominabile. Era lì, più bello di sempre che si scatenava felice con i suoi amici. Qui lo dico e qui lo nego. Era bellissimo. In un secondo mi si è bloccato tutto. Le movenze sono andate a farsi fottere (almeno loro), e il mio cervello si è fissato su di lui. L’unico che a oggi, dopo anni, riesce ancora a darmi un senso. Si perché un senso credo proprio di averlo perso ultimamente. Ritornato in me, come se nulla fosse ho ripreso a ballare. Ho ripreso a fare finta di niente. Anzi. Ho cominciato a fare la stupidah. Si perché quando un animo ferito come il mio, si rende conto che non c’è n’è e soprattutto di aver torto marcio, in quell’istante per sopravvivere alla vergogna devi fare la stupidah.


Insomma in qualche modo si dovrà pur salvare la faccia e andare avanti. Ho far finta di, almeno. Ho cercato di ignorare, ma non riesco proprio a ignorarlo. Insomma a me piace. E forse mi piacerà per sempre. Ma il punto è che il vero schifo l’ho fatto dopo. Uscito da quel posto troppo pieno di gente troppo fuori di testa. Per l’ennesima volta ho buttato dal finestrino della macchina quel minimo di dignità che avevo. Accompagnato a casa Guy, mentre tornavo a casa mia, ho tagliato per il quartiere dell’Innominabile. Come sempre. Il punto è che ho acceso Grindr e lui era lì on line. Pallino verde. Mentre superavamo i semafori la distanza tra di noi diminuiva. 4 km… 2 km… 1 km… Zero. Alla vista di quello zero ho messo le quattro frecce ed ho accostato.


Mi sono acceso una sigaretta, e spento la macchina. Ho abbassato la musica e ho fumato con calma. Con il telefono tra le mani, invaso da una speranza inverosimile fissavo il pallino verde sperando che vedendomi lì, vicino a lui, mi scrivesse. Ho pensato che avrebbe potuto farlo. Ho pensato che ci saremmo potuti fare una chiacchierata rivelatrice e chiarificatrice. Ho pensato che forse avrei potuto rimettere a poste le cose, scusarmi e magari ricominciare da zero. Purtroppo dopo 5 minuti mi sembrava chiaro che tutto ero inutile. Quello che stavo facendo non aveva molto senso. E soprattutto stavo solo sognando ad occhi aperti. Perché lui, non c’era per me. Evidentemente.

Chiariti questi dettagli, questa mattina andare a sbattere contro lo spigolo del letto ha un non so che di giusto. Credo di averlo fatto quasi volutamente. Sono cocciuto. Però ecco, credo di aver segnato un nuovo limite di poracciagine con me stesso. Un nuovo mese è iniziato. Ed ora devo fare in modo che un nuovo me cominci a vivere. In maniera diversa. Insomma, c’è ne davvero bisogno. Soprattutto per me stesso. Non Annabelle Bronstein, lei no, quello vero intendo. Lei domani starà sicuramente meglio. Spigoli del letto permettendo.