Rifocalizzare. 2013

Avevo intenzione di iniziare il 2013 sul blog con una serie di buoni propositi. Ecco i buoni propositi mi servono sempre per iniziare bene l’anno. Ma devo ammettere che i miei buoni propositi sono andati a farsi fottere nel momento esatto in cui ho deciso di metterli nero su bianco. Nella fattispecie vertevano su alcuni punti principali. Prima di tutto cercare una casa nuova. Vivere con un coinquilino etero, calabrese, con la mania della cattiva igiene e simpatico come una diarrea estiva mi hanno convito totalmente a prendere questa decisione. E poi voglio riavvicinarmi ai miei amici. Mi sembra di essere in punizione quassù.

Lontano da tutto e da tutti con troppe difficoltà per parcheggiare. Che sembra una stronzata, ma condizionano inevitabilmente la vita quotidiana. E poi diciamoci la verità, sono stufo di abitare così vicino al lavoro. Non posso mai invitarmi che non mi è suonata la sveglia. Perché qualora fosse anche possibile, in realtà ci metterei comunque cinque minuti ad andare a lavoro. Ecco, necessità anche fondamentale è che devo essere sincero: nonostante io sia in una zona universitaria la media gay è davvero bassa ed orribile. Insomma gay improbabili, nessuno che abbia fatto lo Ied o che prenda lezioni di danza. Anzi a dire il vero  non mi sembra neanche Roma (e in effetti).
Ma se fossero i primi di gennaio parlerei principalmente di una cosa. (Lo so che in realtà è quasi febbraio, ma il tema era questo, non mi angosciate). Ovvero parlerei di come ricominciare da zero. Di come farsela passare (la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba), di come accontentarsi dello stipendio diminuito perché hanno cambiato il contratto (si sa c’è crisi), di come far finta di essere soddisfatti di una vita da single priva di ogni stimolo (no sex in the city vi dice niente?). Insomma di come riuscire a sorridere nonostante tutto. Soprattutto quando sei nell’ultima parte dei venti. Gli ultimi sei mesi per intenderci, prima di passare a trenta.
Ecco, potrete tranquillamente affermare che sono una chiavica e che mi fascio la testa prima del tempo. Ma io vivo di somme, pensieri e riflessioni. Parole, che si infrangono nella mia testa e riverberanofino a sparire. Parole che immagino di dire e che spero mi vengano dette. Parole che mi piacerebbe sentire, che vengano dette proprio a me. E con le quali riuscire ad emozionarmi,  veramente. Così come vorrei. Senza troppe maschere. Ma in realtà a parte Antonio Capitani e Paolo Fox che vedono amori come se non ci fosse un domani, io sono  l’unico a pensare che l’amore così come lo voglio non esiste. Non c’è. E non c’è neanche più nessuno che sia interessato.
Ecco io mi metterei a correre sulla Tuscolana urlando e andando a sbattere contro chiunque. Anche solo per farmi notare. E invece no. Guardo il tempo che sparisce nel tic tac noioso e ripetitivo di un orologio da parete Ikea sperando che qualcuno mi dica semplicemente “Hey come stai?”. Parole semplici. Passi facili e precisi. In realtà mentre io mi rattristo per la poca attenzione intorno a me il mondo va avanti. Ed è proprio questo il punto cruciale e drammatico. Io sono ancora in una stanzetta di cinque metri quadri di Via Giuseppe Acerbi a sognare di diventare qualcuno, mentre gli altri sono già diventati qualcuno. Sono diventati grandi. Si sono fidanzati.  Chiunque si fidanza. Gli improbabili. Gli inaspettati. I meno espressivi. I mostri.
Giudicatemi male. Ditemi soltanto che sono un egocentrico del cazzo. Si. Lo sono. E ne vado anche fiero. Ma non posso resistere a me stesso, non posso far finta che non sia importante perché forse il tempo degli aperitivi e delle single a caccia nell’Upper East Side del cazzo è davvero finito. E forse adesso inizia il momento della sostanza. E per fortuna che ci sono i miei amici. Che davvero senza di loro sarei meno di quello che sono oggi. E non sarei sicuramente felice. Perché nonostante tutto questo marasma riesco ancora a sorridere. Ma non preoccupatevi, tutto ciò serviva solo per rompere il ghiaccio. Il mood è tornato. Ed ora levatevi. 

Febbre da Pride!

Ancora frastornato dalle 15 ore di lavoro di giovedì, concluse in maniera devastante, decido di non buttare a vuoto la giornata visto che dovrò lavorare anche in serata; per cui mi organizzo con Guy e la Du Barry per un aperitivo da Primo. Appena esco dalla metro Spagna mi rendo conto che nell’aria cè qualcosa di diverso. Eh si signori, è proprio la vigilia del Pride capitolino. E intorno a me orde di omosessuali da ogni parte d’Italia affollano piazze e vie. Mi vedo con Guy davanti la Benetton di via del Corso e subito ci raccontiamo gli ultimi avvenimenti delle nostre routinarie vite. Lui ha passato la giornata in casa con gli idraulici. Ovvero un polacco che lo ha chiamato tutto il pomeriggio “Signorino” e il suo socio con la “S” moscia. Ovviamente gli unici idraulici sulla faccia della terra che si allontanano di molto dallo stereotipo dell’idraulico sessualmente stimolante. O almeno quello che ci suggerisce la nostra mente. Io dalla mia non ho molto da raccontargli se non gli spaventi del giorno prima sul lavoro, ed un simpatico ascesso che tormenta la mia gengiva. Dei miei flirt virtuali e non, non ne esiste più traccia. Il Tatto-Hearted Boy si è ufficialmente dichiarato sfuggente, laddove sfuggente sta per latitante desaparesidos (ocomecavolosiscrive!) del Congo. La Polpetta cè, ma aparte occhiolini e banali cenni provenienti dall’educazione impartitagli, non si muove. E io anche. Ed altre persone non ci sono. Non cè persona che al momento possa vagamente interessarmi. In più ho ufficialmente cancellato i miei profili zozzegni ed eliminato Mirc dal pc. Insomma ne ho le palle piene di stare a rincorrere gente per del sesso che poi si rivela scadente e privo di ogni guizzo. E le palle, credetemi, sono molto più che piene. E anche lo stomaco si è riempito a dismisura. La bilancia non mente sono ingrassato almeno di 5 kg. Ma io non me ne curo più di tanto. Io sono così prendere o lasciare, chi mi ama mi segua. Non vedo alternative possibili. Comunque arrivati da Primo la Du Barry ci aggiorna anche lui sulla sua situazione, ovvero gente che scompare, ma anche di gente che magicamente riappare. Di gente lo aggiunge a Msn e gli invia mp3 e vuole da lui altri mp3 in scambio. Ci ritroviamo a convenire tutti e tre che il mondo gay non è proprio quelo che ci soddisfa. Per i rapporti, le relazione e anche unn pò la stronzaggine dei gay. Io mi ci metto in primis. Io comunque parlo poco e li guardo pensoso. A parte che non riesco a parlare per via di quel processo flogistico che si insinua nella mia bocca, ma poi è strano ma davvero non mi sento soddisfatto. Continuo a leggere gli oroscopi che blaterano di giorni felici e di amori a 5 stellette in arrivo. Persino l’oroscopo di Vanity Fair (il primo dei tre motivi che mi ha spinto a farmi abbonare) parla di libido alle stelle all’ennesima potenza e maialate compulsive. Io non vedo nulla di tutto ciò. Io so solo che se potessi mi licenzierei, cambierei città e ricomincerei tutto da capo. Ma poi penso che Roma mi mancherebbe troppo. E ritorno in me seduto a quel tavolino a discutere dell’argomento del giorno: andare o non andare al Roma Pride? Io e Guy non abbiamo dubbi, si pieno e convinto a partecipare. Vogliamo celebrare noi stessi in quanto tali, vogliamo shekerare i nostri culi insieme agli altri e far capire che l’amore è tutto uguale. Uomo/Uomo, Donna/Donna e tutte le declinazioni del caso. Mamma se mi legesse mio padre, sarebbe fiero di me. La Du Barry tentenna. Ha il terrore di essere ripreso e/o fotografato e finire laddove mamma e papà potrebbero tanarlo. Il segreto di Pulcinella. Ma noi lo convinciamo ponendo alla sua attenzione la stragrande maggioranza di froci che invaderà la capitale. Lui ancora rimane indeciso e non si esprime, ma io gli faccio notare che non può assolutamente mancare. E che ci deve essere non solo per per se stesso ma anche e soprattutto per la comunità a cui appartiene. Lo vedo sempre meno convinto. E io sembro sempre di più Geri Halliwell nel video di Spice Up Your Life. Poi mi cade l’occhio sui nostri drink e capisco tutto. Stiamo bevendo degli analcolicissimi “Primo Cocktail”. Privi di ogni magia alcoolica persuasiva. Ma tutti e tre non possiamo bere alcool. Io sono sotto antibiotici. Eccheccazzo! Comunque finito l’abbuffo ci alziamo e passeggiamo e poco a poco ci rendiamo conto di quanti bei ragazzi ci sono in giro, e quanti siano gay. Eh si. A sto Pride ci dobbiamo assolutamente andare. Arrivati a Spagna le nostre strade si dividono, io prendo la metro e me ne ritorno a casa, Guy e la Bu Barry continuano a vagare direzione via del Babbuino. Tornato a casa però mi misuro la febbre e ciò che mi viene segnalato dal termometro mi devasta: 37,2 ° C. Decido ancora di prendere carta e penna e di scrivere una missiva punitiva all’oroscoparp di Vanity Fair, invitandolo per la sua poca precisione astrale nei riguardi dei gemelli, e quindi anche di me medesimo. Poi torno sui miei passi e ricalibro il destinatario: “Cara Mina, ma te ce verresti mai al Pride? Io si, ed anche con la febbre. E infatti così sarà. Febbre o non febbre io ci sarò!” Firmato Annabelle Bronstein.

La controversa questione degli oroscopi.

Da Metro del 29 aprile 2009
GEMELLI
Astri importanti regalano opportunità vantaggiose, rendono attraenti e ottimisti. In amore e lavoro non vi si nega nulla! Non pensate troppo e osate di più. Spendete meno in serata.
Da City del 29 aprile 2009
GEMELLI
Meglio non usare troppo la mente nella gestione di un rapporto. La ragione talvolta inaridisce ciò che tocca. Buona la resa e l’intelligente comprensione dei problemi. Suggerità maggiore duttilità. AMORE: moderato coinvolgimento LAVORO: un piano ben impostato BENESSERE: fiori di gialle ginestre.
Da Leggo del 29 aprile 2009
GEMELLI
Questo per voi è uno splendido periodo. Siete pronti a trascorrere delle giornate piacevoli con il vostro partner, che come sempre si rivelerà un compagno disponibile e amorevole. Previste, inoltre, nuove proposte lavorative.
Dunque. Adesso io non è che voglia fare il rompipalle. Lo so che l’oroscopo è una mega stronzata. Lo so che non è carino stare qui a scriverci male su. Ma devo. Questa mattina, dopo una pesantissima notte di lavoro, prendo la metro, e un pò perchè mi piace quello di City che distribuisce i giornali a Battistini, e come si sa, la voglia di cazzo non va mai in stand-by, un pò perchè se prendi un giornale fanno a gara per darti anche gli altri e anche perchè in metro fa tanto fico leggere il giornale, mi ritrovo con queste tre testate nelle mani. Ma ovviamente, non me ne può interessare una ceppa leppa di nessun argomento. Perchè non è pop. E perchè mi bastano i tre telegiornali al giorno che mi vedo per essere più che informato sui drammi che affliggono la terra. Il mio unico obiettivo è l’oroscopo. Basti pensare che mi sono abbonato a Vanity Fair solo per essere sicuro di non perdere mai l’oroscopo di Antonio Capitani che forse è l’unico che per me ci azzecca un attimo. Però quest’oggi leggendo per l’appunto i tre oroscopi di cui sopra, mi sono detto “Bè vedi che stavolta succede qualcosa???”. Diciamo che ovviamente i tre oroscopi non sono uguali ma vagamente simili, e questo ci può stare, ma può essere che di tuti e tre nessuno abbia anche vagamente indovinato la mia giornata? Insomma a un certo punto l’oroscopo ti condiziona. E a me anche troppo. Se trovassi ogni giorno un oroscopo pessimista magari sarei portato ad essere un pò più down con l’umore. Invece con oroscopi del genere ti viene voglia di mettere le Pussicat Dolls alle orecchie e shekerare il culo indipendentemente dalla location. Andiamo io sono sincero. Stamane il mio mood era attivo e più gioioso del solito perchè alimentato da questi cazzo di oroscopi. L’amara scoperta invece è la seguente: non solo oggi non mi ha filato nessuno di quelli che potrebbero diventare il mio ragazzo, non solo non ho speso nulla in serata, ma ho scoperto di essere rimasto con tipo 30 euro sul conto, non solo non ho ricevuto proposte di lavoro, ma soprattutto nonostante io osassi e fossi più ammiccante del solito, non mi ha considerato nessuno. NESSUNO. Nulla. Zero di zero. Neanche uno che mi abbia chiesto l’ora. E questo miei cari è sintomi che in realtà gli oroscopi servono solo a fartela ricredere. Qualcuno di voi sicuro sta pensando che oggi ho scoperto l’acqua calda. Ma in realtà non è così. Sono sicuro che tutti, chi più, chi meno leggono l’oroscopo oppure lo ascoltano in tv. Una volta in metro ho travolto una signora per leggere l’oroscopo. Ovviamente non l’avevo assolutamente vista. E la cosa che mi fa più arrovellare è che se cè stato un periodo in cui l’oroscopo ci prendeva, ultimamente proprio no. Per esempio ho chattato tutto il pomeriggio con un tizio carino, che alla fine mi ha solato per senza motivo. Oppure al lavoro, è vero che non ho fatto danni, ma neanche sono stato particolarmente gratificato. Insomma una vera e propria delusione. E la questione sapete qual’è? E che io domani mi sveglierò, e la prima cosa che farò sarà andare su internet a leggere l’OROSCOPO. Maledetto. Me. Comunque per spezzare una lancia a favore degli oroscopi vi dico che nell’aprile del 2007 gli oroscopi che leggevo erano sempre esatti. Non so perchè, ma so solo che era così. Poi nulla l’oblio. E questo di certo mi blocca, no no. Finchè sarò Annabelle Bronstein sbircerò sempre quello che dicono le stelle. Semplicemente perchè sono pazzesche.